Uber Eats annuncia il suo ritiro dal mercato in 7 Paesi

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Repubblica Ceca, Egitto, Honduras, Romania, Arabia Saudita, Ucraina e Uruguay. È questa la lunga lista dei Paesi nei quali Uber Eats non sarà più attiva a partire dal 4 giugno. La sorprendente decisione è ufficiale, poiché è stata annunciata con un comunicato dall’azienda, la quale ha anche spiegato che, per quanto riguarda gli Emirati Arabi Uniti, sta provvedendo a trasferire la propria attività sulla piattaforma Careem, che fa parte sempre del gruppo della società di ordinazione online e consegna a domicilio statunitense. In quest’ultimo caso, entro le prossime settimane i ristoratori e i clienti iscritti all’applicazione verranno automaticamente reindirizzati all’altro sito.

L’azienda ha sottolineato che si tratta di un cambiamento avviato per far sì che Uber Eats possa essere competitiva nei Paesi in cui vi è maggiore richiesta, abbandonando invece quelli meno attivi. Dunque, non si tratta di un ritiro dettato dall’emergenza coronavirus che sta attanagliando gran parte del mondo, ma di una precisa strategia economica e commerciale. In quest’ottica, in India già è stata ceduta la quota di mercato a Zomato che, insieme a Swiggy, è una delle più richieste dai cittadini indiani.

Uber Eats: quali sono i 7 Paesi in cui non sarà più attiva.

La rinuncia alla presenza in alcune realtà mondiali ricalca di fatto quanto sta accadendo anche a Glovo (principale competitor di Uber Eats) che già dai primi mesi di quest’anno ha abbandonato alcuni Stati per ridurre le perdite finanziarie e per concentrarsi maggiormente su quei territori che le garantiscono di poter essere sempre tra le prime del suo settore.

Uber Eats: «Cercheremo di reinvestire sui mercati prioritari»

Uber Eats, dunque, ha deciso di uscire di scena in quei Paesi in cui l’applicazione di ordinazioni online viene utilizzata di meno, e di focalizzarsi sui territori che garantiscono maggiori guadagni. D’altronde, dopo un’attenta analisi di mercato, i vertici dell’azienda di San Francisco si sono resi conto che le realtà che avrebbero abbandonato assicuravano soltanto l’1% delle prenotazioni, mentre le perdite ammontavano al 4%. Al contempo, la società ha chiarito che l’obiettivo è quello di investire maggiormente nei luoghi in cui è stata riscontrata una maggiore competitività.

Esplode l’e-commerce alimentare

Inoltre, stando ad alcune indiscrezioni lanciate da TechCrunch, sembra anche che il Gruppo californiano abbia intenzione di ampliare i propri orizzonti, avviando dei progetti che vanno oltre la prenotazione sul web e la consegna a domicilio. Infatti, l’emergenza sanitaria ha cambiato le abitudini dei consumatori, con un crollo di ordinazioni on-demand, poiché adesso le persone, trovandosi spesso a casa, preferiscono cucinare da sole e fare quindi di più la spesa al supermercato.

Uber Eats: nuova alleanza di mercato con Carrefour.

Per questo motivo, Uber ha avviato una nuova partnership con la catena di supermarket francese Carrefour per far sì che la consegna di generi alimentari risulti più efficiente e veloce. Inoltre, operazioni simili sono state avviate anche in Spagna e Brasile. La diffusione della pandemia da Covid-19 con conseguenti lockdown ha fatto schizzare verso l’alto la richiesta di consegne a domicilio di provviste per tutti i giorni che, in larga scala, hanno rimpiazzato le precedenti abitudini legate soprattutto alle prenotazioni di piatti già pronti da ristoranti e pizzerie.

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