Nescafé: il 1° aprile 1938 parte la produzione in Svizzera

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Nescafé oggi è certamente uno dei prodotti di punta della Nestlé. Le statistiche e i dati di vendita dimostrano che si tratta di un brand molto famoso a livello internazionale e del caffè solubile di maggior successo, se si pensa che in tutto il pianeta se ne consumano in media 5.500 tazze al secondo. La storia di questa bevanda è cominciata più di 80 anni fa, il 1° aprile 1938, quando l’azienda svizzera diede il via libera alla sua produzione negli stabilimenti elvetici. Col tempo è stata costantemente aggiornata con nuove soluzioni che hanno sempre tenuto conto dei gusti e dei cambiamenti delle esigenze del mercato e dei consumatori.

La storia del Nescafé.

Tutto ebbe inizio quando il Brasile intorno al 1929 dovette fare i conti con un tracollo delle vendite del caffè. Siccome c’erano dei grossi quantitativi rimasti invenduti nei magazzini, si pose il problema di trovargli una sistemazione utile per evitare che si perdessero. Il governo del Paese verdeoro decise allora di contattare la società Nestlé per trovare una soluzione, e l’azienda pensò che una delle strade da percorrere poteva essere quella della solubilizzazione.

Cominciarono così febbrili e minuziose ricerche fino a quando, dopo sette anni di studi, Max Morgenthaler, chimico del Gruppo elvetico, riuscì a convincere tutti con il Nescafé, il cui nome venne scelto unendo le prime tre lettere dell’azienda con il nome della bevanda.

Nescafé: dalla Svizzera al successo mondiale

Il 1° aprile 1938 partì la produzione del nuovo Nescafé. Proprio nel Paese elvetico Nestlé diede il via ad Orbe, nel cantone di lingua francese di Vaud, ad un’imponente attività strategica-industriale che si basava anche e soprattutto sull’estrazione dei chicchi di caffè «spray-drying». Nell’arco di appena un anno, il prodotto fu commercializzato in Francia, in Gran Bretagna e Negli Stati Uniti e, rendendosi conto dell’ottimo riscontro da parte della clientela, la società svizzera ne ampliò ulteriormente la distribuzione, arrivando nel 1940 ad esportarlo in ben 30 Paesi differenti.

Attualmente sono circa 180 le realtà in cui il famoso caffè solubile viene venduto, e proprio per questo motivo nel suo settore è diventato uno dei marchi più popolari al mondo, con 170 miliardi di tazze che vengono consumate in media all’anno. E parlando di tazza, c’è da dire che questo è stato un altro tratto distintivo che ha permesso a Nescafé di diventare facilmente riconoscibile dai consumatori. Infatti il brand è stato associato all’immagine dell’ormai storica Red Mug, la tazza rossa recante il nome del prodotto.

La mitica Red Mug di Nescafé.

Col tempo, Nestlé ha lavorato ad una serie di varianti della sua «creatura»: nel 1952 è stato del tutto eliminato lo zucchero dagli ingredienti, puntando sul caffè al 100%, invece nel 1954 è arrivata la versione decaffeinata che fin da subito ha conquistato i clienti. Nel 1965, invece, è stata la volta del caffè liofilizzato sul mercato europeo, il Gold Blend, ma c’è da dire che soprattutto negli anni ’80 si è verificata una crescita esponenziale del marchio grazie soprattutto all’introduzione sul mercato di diverse miscele e di aromatizzazioni differenti.

Caffeotto: dalla Calabria arriva il caffè al bergamotto

Nescafé è riuscito a conquistare tra gli anni ’80-’90 anche il mercato italiano. Questo è stato indubbiamente un bel colpo per Nestlé, poiché gli italiani, storicamente affezionati all’espresso e alla moka, erano i consumatori più difficili da convincere. E invece il caffè solubile dell’azienda svizzera ha avuto la capacità di affermarsi anche lungo la penisola.

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