Lenticchie e cotechino: ecco perché li mangiamo a capodanno

Tutti noi mangiamo lenticchie e cotechino (o zampone) a capodanno, ma perché lo facciamo? Ecco da quali leggende viene fuori questa gustosa tradizione...

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Lenticchie e cotechino sono fra le principali pietanze che consumiamo ogni anno nella serata di San Silvestro, la notte di capodanno. Leggenda vuole che l’equivalente di lenticchie mangiato sia direttamente proporzionale al surplus di soldi guadagnati nell’anno a venire, e sebbene l’esperienza di tutti testimoni che non è così questa tradizione è particolarmente dura a morire. Ma da dove deriva questa leggenda? Vediamolo insieme.

Lenticchie: perché le mangiamo a capodanno?

La lenticchia è il legume più antico in assoluto: testimonianze di vario tipo testimoniano che le lenticchie venissero consumate già in tempi molto remoti, e fra l’altro le ritroviamo anche in uno dei racconti della Genesi (il primo libro dell’Antico Testamento), quello riguardante Esaù e Giacobbe. La tradizione di usufruirne in occasione del capodanno, però, è un po’ più recente: questa usanza nasce infatti fra gli antichi Romani, popolo in cui le persone erano solite regalarsi l’un l’altro delle lenticchie come regalo propiziatorio per l’anno nuovo.

La tradizione era quella di riempire una scarsella (una borsa di cuoio che si porta legata ad una cintura) con questi legumi e di regalarla ad una persona cara: già ai tempi l’augurio era che ciascuna lenticchia potesse trasformarsi in una moneta, ma nella pratica tutto ciò in cui ciascuna di esse si trasformava era in qualcosa da mettere nello stomaco e da cui trarre un sano nutrimento.

Cotechino e zampone: perché li mangiamo?

Lo zampone deriva invece da un’altra leggenda, che riguarda un personaggio ben preciso: il geniale Pico Della Mirandola. Mentre la sua città (Mirandola, appunto) era sotto assedio, pare che il genio consigliò ai concittadini di cuocere le zampe degli ultimi maiali rimasti a loro disposizione insieme a delle spezie, in maniera tale da trarre un po’ di nutrimento in più in vista di una situazione molto difficile da affrontare. A sorpresa, la nuova pietanza si rivelò buonissima e diede inizio ad un percorso che rese le zampe di maiale cucinate un piatto apprezzato e diffuso in tutta la penisola italica.

Il cotechino, come è noto, non si prepara a partire dalle zampe dei maiali: ciò che le due pietanze hanno in comune è però il ripieno, ciò che troviamo oggi dentro ad un involucro derivante o dalla gamba del maiale o dal budello. Non è chiaro, però, come mai questi due prodotti carnei siano stati poi associati alle lenticchie di capodanno: probabilmente ciò è avvenuto soltanto perché qualcuno ha notato che l’abbinamento gustativo era molto felice, e questa pragmatica osservazione è riuscita ad invadere il campo di una tradizione un po’ meno pragmatica. In ogni caso, lenticchie e zampone/cotechino restano un piatto buonissimo e nutriente, e nessuno di noi vede la benché minima ragione per farne a meno.

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