Vendemmia 2020, previsioni in leggero calo: Italia sempre al top

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In flessione ma non troppo, con l’Italia sempre davanti a tutti. Sono queste, in sintesi, le proiezioni sulla vendemmia 2020 riportate da Fabio del Bravo dell’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA) durante l’Osservatorio del Vino al quale hanno partecipato anche Assoenologi e Unione Italiana Vini. Paolo Castelletti, segretario di UIV, ha dichiarato che anche il settore del vino sta risentendo e risentirà inevitabilmente degli effetti della crisi economica scaturita dall’emergenza coronavirus, e questi riguarderanno soprattutto le esportazioni e la chiusura del circuito di vendita Horeca destinato a bar, ristoranti e alberghi. Inoltre, finora ha deluso le aspettative il commercio online.

I dati parlano chiaro: per la vendemmia 2020 ci si attende una produzione di circa 47,2 milioni di ettolitri di vino, dunque un leggero calo dell’1% rispetto a quanto accaduto nel 2019 e del 4% se si guarda agli ultimi cinque anni. Questi numeri sono anche legati all’intervento del governo che ha chiesto un abbassamento volontario delle rese, seguito da indicazioni simili provenienti da diversi Consorzi di tutela. Ad ogni modo, nonostante questi piccoli dati in decrescita, l’Italia resterà il principale produttore di vino, superando la Francia che arriverà a 44-45 milioni di ettolitri e la Spagna che ormai è appaiata ai transalpini.

Vendemmia 2020: i dati internazionali e regionali.

Il dato regionale riporta che sarà soprattutto il Nord ad andare incontro ad un incremento della produzione vinicola con un +3,1% pari a circa 26 milioni di ettolitri. I territori del Centro avranno un piccolo calo, mentre questo si avvertirà soprattutto nel Sud e nelle isole con una perdita del 7% rispetto al recente passato. Il Veneto sarà ancora davanti a tutti per produttività, seguito da Puglia, Emilia Romagna e Abruzzo.

Vendemmia 2020: qualità di livello ma crisi delle esportazioni

Gli esperti hanno evidenziato che la qualità della Vendemmia 2020 sarà piuttosto alta, anche se rispetto alla media degli ultimi cinque anni si andrà a perdere un 4% dell’eccellenza vinicola. Il problema, semmai, risiede nella brusca frenata delle esportazioni che hanno già fatto segnare un -6% nel confronto con il primo semestre del 2019. Dunque, per la prima volta dopo 20 anni di aumento costante, le vendite internazionali di vino italiano dovranno fare i conti con delle perdite finanziarie, anche se rispetto ai principali competitor il nostro Paese manterrà il suo vantaggio.

Le buchette del vino anticontagio ricompaiono in Toscana

Coldiretti ha rimarcato la sua preoccupazione per la riduzione dell’export, ricordando che al momento siamo di fronte ad una percentuale del -4%, un dato che rappresenta un preoccupante passo indietro rispetto ai continui miglioramenti fatti segnare negli ultimi 30 anni. L’associazione durante il Cibus Forum ha attribuito all’emergenza sanitaria mondiale il motivo di questo pericoloso calo che per il 2020 terrà l’Italia lontana dal record di esportazioni del vino conquistato lo scorso anno con i suoi 6,4 miliardi.

Vendemmia 2020: preoccupa l’export del vino.

Ci sono però altre congiunture negative messe in evidenza da Coldiretti. Innanzitutto la Brexit sta avendo dei contraccolpi nelle trattative commerciali con la Gran Bretagna che era diventata la cliente principale per l’esportazione del prosecco italiano. In Cina si sono fatti sentire maggiormente gli effetti della pandemia da Covid-19, con un tracollo del 44% delle acquisizioni di vino italiano tra gennaio e maggio. In Europa, invece, la diminuzione è stata del 14% in Francia, del 12% nel Regno Unito, mentre le perdite risultano contenute in Germania e Stati Uniti con un lieve -1%.

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