Uno studio rileva la presenza di latte o uova in un terzo dei prodotti vegani

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Una nuova analisi condotta dal Chartered Trading Standards Institute ha rilevato che un sostituto della carne su tre, etichettato come prodotto vegano, contiene ingredienti di origine animale, in particolare latte e uova.
Con così tanti marchi a base vegetale che spuntano nei negozi di alimentari di tutto il mondo, non è mai stato così facile adottare uno stile di vita vegano. O almeno così pensavamo.

Una nuova ricerca condotta dal Chartered Trading Standards Institute (CTSI) del Regno Unito ha scoperto che un prodotto vegano su tre in vendita nei negozi di alimentari nazionali contiene ancora latte o uova nella sua formula.

Questo è un problema perché, quando l’organizzazione ha chiesto al pubblico cosa dovrebbe essere un prodotto “vegano”, la stragrande maggioranza (76%) ha risposto che un’etichetta vegana dovrebbe indicare che il prodotto è totalmente privo di prodotti di origine animale. Questo include latte, burro, uova, pesce e crostacei.

Attualmente, nel Regno Unito non esistono linee guida legali che indichino cosa rende un prodotto ufficialmente “vegano”. Senza queste leggi, le aziende alimentari sono in grado di etichettare falsamente come vegani prodotti contenenti prodotti di origine animale senza alcuna conseguenza.

Schema ingannevole per fare soldi


Senza dubbio, quello a cui stiamo assistendo è un tentativo da parte delle aziende alimentari di capitalizzare su un mercato che finora è rimasto relativamente di nicchia, ma altamente redditizio.

Se è vero che i prodotti a base vegetale hanno iniziato ad affollare gli scaffali dei negozi di alimentari di tutto il mondo, il confronto con i prodotti tradizionali a base di carne mostra che le gamme vegan-friendly sono state limitate fino agli ultimi cinque anni circa.

Nel Regno Unito, la vendita di prodotti privi di carne, come salsicce e polpette per hamburger, è raddoppiata da 289 milioni di sterline nel 2017 a 586 milioni di sterline nel 2021, secondo l’analisi condotta dalla società di ricerche di mercato Mintel.

È chiaro che, con la crescita della domanda di prodotti alternativi alla carne, un numero sempre maggiore di aziende cercherà di capitalizzare ulteriormente l’entusiasmo. Tuttavia, la mancanza di un quadro normativo lascia le linee guida per l’etichettatura poco chiare, e questo è un problema.

Cosa possono fare i consumatori?


Finché non verranno introdotte leggi più chiare sugli alimenti vegani, i consumatori saranno costretti a prendersi la responsabilità nelle proprie mani.

Prima di acquistare un prodotto etichettato come “vegano”, è bene accertarsi che una rapida scansione dell’elenco degli ingredienti sia un modo infallibile per sapere se un prodotto è stato classificato in modo ingannevole dal produttore.

La legge stabilisce che le aziende alimentari devono indicare esplicitamente gli allergeni presenti nei loro prodotti negli elenchi degli ingredienti che si trovano sulle etichette delle confezioni. L’elenco comprende 14 allergeni, molti dei quali non vegani, come sedano, crostacei, uova, pesce, glutine, lupino, latte, molluschi, senape, arachidi, sesamo, soia, solfiti e noci.

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