Kamut: un falso mito

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Da tempo impazza tra i fanatici della “sana” alimentazione, la moda del kamut, come alternativa al normale frumento, attribuendo ad esso tutta una serie di benefici per l’organismo.

Ma cos’è realmente il kamut? Scopriamolo insieme!

Leggende metropolitane narrano che sia una varietà di grano utilizzata fin dagli antichi Egizi, tanto che all’interno di una piramide sarebbero stati ritrovati semi di kamut e persino una forma di pane di kamut. Una storia affascinante che dall’Egitto si sposta in America fino ad approdare in Europa. 

Attraverso una serie di ricerche si scopre che, in realtà, “kamut” è semplicemente un marchio commerciale apposto dall’azienda americana Kamut Enterprises, fondata nel Montana dalla famiglia Quinn, su una varietà di frumento nota in America come QK-77 e divenuta nota in tutto il mondo grazie ad un’astuta campagna di marketing. La conseguenza principale è l’elevato costo dei prodotti a base di kamut, circa 4 volte superiori agli altri. 

La suddetta multinazionale afferma attraverso un comunicato stampa che il frumento normalmente presente sul mercato ha una varietà di nutrienti inferiore rispetto al kamut. Se questo dovesse essere vero, sarebbe da attribuire alla specie di grano khorasan o triticum turanicum (nome scientifico del QK-77), e non solo al noto marchio. 

Da un punto di vista scientifico ció che differenzia il triticum turanicum da alcuni grani è la struttura del glutine. Come sostengono diversi studi condotti dall’Unitá di Ricerca per la valorizzazione qualitativa dei cereali del Consiglio di ricerca in agricoltura, si tratta di un tipo di glutine molto destrutturato e questo spiegherebbe la più facile digeribilità. Ció naturalmente non significa che puó essere consumato anche dalla popolazione celiaca o dai soggetti allergici alle proteine del frumento. 

Il kamut, tra l’altro, non è neanche un prodotto integrale, ma deriva da un complesso processo di raffinazione, così come le farine d’uso più comune. 

Alimenti a base di grano khorasan vengono prodotti anche in Italia, in particolare in Basilicata, Puglia e Toscana, con la differenza del marchio apposto.

Direi, se proprio siete affezionati a questa specie di frumento, di acquistare almeno prodotti italiani, visto che gli unici benefici del “kamut”, a quanto pare, siano per le tasche dell’azienda produttrice.

                
Dott.ssa Elisa Fiore

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