Comprare a km zero. Ve lo racconto

Must Try

Sento sempre parlare di questa cosa bellissima dell’acquistare le materie prime per la cucina da contadini vicino casa e da produttori locali.
Apprezzo molto il lavoro che questi “artigiani” fanno e così, sabato mattina, giornata di mercato, mi sono imposta di fare la spesa solo a chilometri zero.
Era una sfida. Eravamo solo in due a pranzo e il budget era limitato a 10 euro. Volevo comprare della verdura e del formaggio.
Sono andata quindi diretta ai banchi che esponevano la bandiera Coldiretti, per vedere quale formaggio comprare. Sono rimasta congelata dai prezzi. Per me, per il budget che mi ero imposta, impossibile pensare di poter servire del formaggio fatto in Valdichiana spendendo “solo” 8 euro per una forma di pecorino che non sfamava nessuno. Avrei dovuto comprare almeno 3 forme di formaggio diverso per mettere insieme un piatto degno.
Allora ho ripiegato sulle verdure. Mi sono detta “faremo un bel pinzimonio”.
Ho cercato tra i banchi di frutta e verdura quello che mi garantisse che fosse produzione locale. E l’ho trovato. Peccato che anche qui i prezzi fossero impossibili. Un cavolfiore mi veniva a costare circa 5 euro, metà del mio budget.
Io capisco l’esigenza di incentivare la produzione locale, ma ho dovuto prendere la macchina e andare al supermercato. Con 10 euro ho preso 3 pezzetti di formaggio, zucchine a 99 centesimi al chilo, carote sempre a 99 centesimi al chilo e una busta di insalata. Prodotti per altro certificati come “fatti in toscana”.
Non so voi, ma io più di cosi non posso fare.
Se si vuole incentivare la produzione locale si dovrebbero abbassare i costi non farli alzare con la scusa della qualità. Se togliamo la catena di distribuzione non è possibile che i prezzi lievitino così tanto.
Qualcuno ci prende in giro.

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